Dagli insediamenti paleolitici agli Etruschi, dai Romani ai Bizantini, fino alle famiglie di antica nobiltà che hanno fatto della Tuscia viterbese, grazie a castelli e fastose vile rinascimentali, un territorio consacrato alla bellezza. Prende inizio dalla "faggeta vetusta" del Monte Cimino il viaggio nell'Etruria meridionale di Federico Quaranta, una foresta "impervia e spaventosa, dove nessuno osa addentarsi", secondo le testimonianze dello storico romano Tito Livio. Una "selva oscura" che suggestionò anche Dante, il quale avrebbe preso da qui ispirazione per l'incipit della Divina Commedia, secondo l'opinione di alcuni storici. Spostandosi a Norchia Federico va poi a scoprire un luogo fuori dal tempo: una necropoli etrusca di tombe monumentali scavate nel tufo, seminascoste tra la vegetazione e, a poca distanza, i resti dell'insediamento fortificato che nel Medioevo riportò a nuova vita l'antica città di Orcla. Ma il vero splendore di questa terra è dovuto all'opera di papi e cardinali che vi hanno costruito sontuose residenze e fortezze inespugnabili, come il castello Orsini di Soriano nel Cimino, voluto da papa Niccolò III, il palazzo Chigi-Albani, sempre a Soriano, con la magnifica fontana del Papacqua, fino al capolavoro dell'architettura rinascimentale rappresentato da palazzo Farnese di Caprarola dove Federico va alla scoperta dei giardini farnesiani e degli acquedotti sotterranei che alimentavano gli scenografici giochi d'acqua delle fontane. Ma è anche la natura a contribuire alla bellezza di una terra da sempre cara agli dei. Mia Canestrini racconta la genesi vulcanica che ha dato origine al lago di Vico, "piccolo ma bellissimo", secondo le parole di uno scrittore di queste terre, Bonaventura Tecchi. E va, infine, alla scoperta dei castagneti di Soriano nel Cimino, luogo di villeggiatura di Luigi Pirandello, che ai possenti alberi centenari di Pian del Britto ha voluto dedicare una poesia.
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